La Biennale di Venezia?

Nei giorni scorsi, la stampa locale ha evidenziato la richiesta della Biennale al Comune di Venezia di un’area dei Giardini napoleonici per posizionare una nuova biglietteria. Per sviluppare l’attività statutaria di promozione dell’arte e della cultura che svolge sin dalla sua istituzione (1895), anche con il fine secondario di incrementare i flussi turistici, la Fondazione ha chiesto posto nelle scuole, all’Arsenale e in diverse parti della città, in una riduzione progressiva dello spazio civico a detrimento della vivibilità della città, la sua presenza rischia così di essere percepita dai veneziani residenti come una ulteriore penalizzazione della qualità della vita. Ma il corpo dirigente della Fondazione Biennale ha mai pensato di restituire ai residenti l’accesso garantito alla sola area dei giardini per cui i pittoreschi viali, ricchi di piante originali, tornino alla funzione originaria di parco pubblico?

Quanto dichiarato recentemente dal viceministro Rixi relativamente alle navi da crociera in Laguna: «Venezia ha esigenze particolare, non potrà più essere sottoposta a un turismo di massa» dovrebbe indurre a chiedersi più in generale se quanto fu individuato come un’esigenza strategica per l’interesse superiore della città nel 1895, sia ancora attuale.

Siamo convinti che gli organi dirigenti dell’istituzione con il neopresidente Pietrangelo Buttafuoco sapranno farsi guidare nel proprio operato dal buon senso, tenendo in considerazione oltre che il benessere dei turisti anche quello dei veneziani.

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